Giornata Europea delle Lingue (o forse no?)

Qualche giorno fa è stata la ricorrenza della “Giornata Europea delle Lingue” che si festeggia il 26 settembre di ogni anno. È stata proclamata la Giornata europea delle lingue dal Consiglio d’Europa, con il patrocinio dell’Unione europea, il 6 dicembre del 2001, l’anno europeo delle lingue (fonte: wikipedia).

La sua pagina esplicativa recita, alla voce “Cos’è la Giornata Europea delle Lingue?”:

[…]
Gli obiettivi generali della Giornata Europea delle Lingue sono: 

  1. informare il pubblico sull’importanza dell’apprendimento delle lingue e diversificare la gamma di lingue studiate con l’obiettivo di incrementare il plurilinguismo e la comprensione interculturale;
  2. promuovere la diversità linguistica e culturale europea, preservarla e favorirla;
  3. incoraggiare l’apprendimento delle lingue durante tutto l’arco della vita dentro e fuori la scuola per motivi di studio, per esigenze professionali, ai fini della mobilità o per piacere personale.

Ma sarà proprio vero? Ho una strana sensazione ma andiamo avanti…
La pagina prosegue poi nel capitolo dal titolo “A cosa serve la Giornata Europea delle Lingue?

Il Consiglio d’Europa si augura che questa giornata venga celebrata sia dalle autorità degli stati membri sia dai potenziali partner ai seguenti livelli:

  • fra i responsabili politici (misure specifiche e discussioni su questioni di politica linguistica…);
  • tra il pubblico in generale (sensibilizzare sugli obiettivi generali della Giornata, tra cui l’importanza dell’apprendimento delle lingue durante tutto l’arco della vita, a partire da qualsiasi età, in istituti scolastici, sul lavoro, ecc.);
  • nel settore del volontariato (azioni specifiche organizzate da e / o per le ONG, associazioni, aziende, ecc.) 

Non sembra esserci nessun cenno a nessuna lingua in particolare, ma poi si nota che:

  1. Tutto il sito sembra sia stato scritto il Inglese. Basta guardare i titoli e i nomi delle pagine per sincerarsene, per esempio il titolo e nome della pagina della descrizione è in inglese…”What is it?”
  2. Girando il sito ci si accorge di collegamenti non tradotti lasciati in inglese o intere pagine o documenti in cui mancano lingue, come l’Italiano, lingua di uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea ma l’Inglese … non manca mai!!!
    Per esempio lo stesso poster della manifestazione è tradotto in sole 10 lingue, tra le quali MANCA L’ITALIANO, e … sorpresa!… esiste la versione in inglese (ma l’Inghilterra non faceva più parte dell’Unione Europea?)
  3. L’intero sito sembrerebbe tradotto in base a ciò che in Europa viene considerato più importante e, man mano che si va verso il paese meno importante, mancano “pezzi”, pagine, documenti, ecc.
  4. Anche se non è scritto da nessuna parte sembra che esistano, oltre che paesi di serie A, B, C, ecc. anche lingue di serie A, B, C … per esempio l’Esperanto, parlato nel mondo da più di 2 milioni di persone di cui almeno la metà sono in Europa, non appare da nessuna parte, insieme a tutte le lingue minoritarie degli stati nazionali europei
  5. Viene riportato persino nel poster che ci sono lingue “225 Lingue Indigene” (la cui definizione sembra un po’ razzista) e che l’UNESCO ha dichiarato che nel mondo ci sono circa 6.000 lingue di cui il 43% è in pericolo di estinzione. Ma non sembra che con questa iniziativa vogliano veramente fare qualcosa se non spingere soprattutto l’inglese e le lingue più parlate in Europa, a discapito di quelle “indigene” meno parlate.
  6. Viene riportato un po’ dappertutto che sarebbe utile parlare almeno 3 lingue, ovviamente quali uno si chiede? La risposta appare sottintesa ma scontata: quelle più parlate, a discapito dei paesi e delle persone che parlano quelle meno parlate.

Tirando le somme la “Giornata Europea delle Lingue” non sembra uscirne bene. Il sito, volontariamente o inconsciamente sembra voglia spingere ad abbandonare le lingue meno parlate per unificare verso i gruppi linguistici più importanti, con l’Inglese in testa, indipendentemente dal fatto che non sia neanche una lingua Europea. Infatti gli unici due paesi europei che parlano inglese sono Irlanda (che ha dichiarato come lingua ufficiale l’Irlandese e non l’inglese) e Malta (idem per il maltese) con un totale di poco più di 5 milioni di abitanti contro la popolazione totale dei 27 paesi europei di 446 milioni.

E la lingua universale più Europea, ovvero l’Esperanto? Non pervenuta.

Sembrerebbe che gli Esperantisti Europei non siano veri cittadini europei e non abbiano quindi i diritti multi-linguistici che l’Europa sbandiera tanto anche con queste iniziative. Eppure l’Esperanto risolverebbe tanti problemi in Europa, garantendo veramente a tutti il diritto di parlare la propria lingua nativa, nazionale o non, minoritaria o non.

Facendo un parallelo, in Europa si è scelto di usare una valuta, l’Euro, una valuta “inventata”, che non esisteva se non da pochissimo tempo prima, e che si era iniziato ad usare solo per le transazioni finanziarie tra stati Europei. Si è scelto appositamente di non usare il dollaro per ovvi motivi di indipendenza economica, e di non usare una valuta nazionale (un esempio a caso, il Marco Tedesco) per non favorire una nazione europea rispetto alle altre.

E quindi ci rimangono un bel mucchio di domande, proviamo a risponderci:

  • E per le lingue cosa ha scelto l’Europa? Mi pare l’Europa abbia scelto di non scegliere.
  • Ma ha veramente “scelto”? Non mi pare se ne sia discusso o che se ne stia discutendo seriamente, soprattutto ora che non c’è più l’Inghilterra di mezzo.
  • E l’indipendenza culturale Europea dove va a finire? Ecco, la pervasività dei termini Inglesi, nelle lingue Francese, Tedesco e Italiano (per nominarne tre) sembra sia la risposta.
  • Chissà a chi giova “spingere” così l’Inglese? A tutti i paesi del Commonwealth, ovvero: USA, Canada, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda, tutti non Europei a parte la piccola Irlanda. “Cui prodest?”, si diceva un tempo nella lingua più parlata in Europa nell’antichità simbolo di un altro Impero, questa situazione? Certamente non a noi Europei.
  • Perché l’Europa, riempendosi la bocca di termini come “Multilinguismo” o “Diritti linguistici” di fatto ignora l’Esperanto come tutte le (tante) altre lingue minoritarie europee? La “ricchezza culturale linguistica”, lo sappiamo bene noi popolazioni del Trentino-Alto-Adige, è importantissima eppure non facciamo niente per preservarla, se non “operazioni di facciata” come sembra questa Giornata Europea delle Lingue.

Eppure l’Esperanto sarebbe almeno una risposta sulla carta validissima:

  • è, di fatto, una lingua minoritaria Europea (e mondiale) parlata da milioni di persone
  • ha una robusta base culturale (PEN Club, migliaia di pubblicazioni originali di letteratura, poesia e saggistica)
  • è basata sulle lingue Romanze (quindi di base latina) con elementi da tutta Europa, anche dall’Est
  • è semplice da imparare (servono mediamente 10 volte di meno ore di studio per raggiungere lo stesso livello di conoscenza per esempio in Inglese)
  • mette tutti gli stati europei sullo stesso piano, rispettando le culture locali, non privilegiando nessun “nativo”

Perché l’Europa non fa i propri interessi? Perché l’Europa non promuove ma ignora l’Esperanto?